Una piccola azienda manda i suoi 20 operai in ferie l'ultimo veneredì di luglio, consegnando loro le tabelle con i turni già pronti per settembre. Il 1 agosto (che per fortuna capita di lunedì), di notte fa caricare tutti i macchinari e chiude zitta zitta i battenti. Immaginate la faccia degli operai di ritorno dalle ferie a settembre?
No, non è l'ultimo film di Woody Allen, ma è quanto realmente accaduto alla sede di Lanciano (CH) della Solfer s.r.l., azienda di Umbertide (PG) che, senza dare il benchè minimo preavviso né ai lavoratori e né alle parti sindacali aveva deciso di trasferire tutta la produzione in Umbria.
La mattina del 1 agosto, una soffiata avverte una Rsu. Il tam tam telefonico raggiunge i dipendenti che si precipitano increduli con le rappresentanze sindacali e tentano di bloccare i camion in partenza. Gli animi si fanno infuocati, arriva la polizia. Ma ormai è tempo di vacanze, meglio andare al mare...le acque si calamno, i camion riescono a partire, la discussione è rinviata a settembre, con la promessa di tirare avanti fino a ottobre. E poi? Ma poi si vedrà. Nessuno perderà il lavoro, al limite chi vorrà conservarlo si trasferirà nell'amena conca di Pierantonio, dove c'è lo stabilimento della sede di Umbertide che, a detta del responsabile, lavora a pieno ritmo.
Fossi nei panni dei dipendenti della Solfer non dormirei sonni tranquilli, perchè da una rapida ricerca in internet scopro che l'azienda non è alla sua prima esperienza di licenziamenti estivi. E la promessa di assorbire i lavoratori abruzzesi nello stabilimento di Umbertide suona un po' troppo come una promessa da marinaio: a gennaio 2011 risalgono 34 licenziamenti che si sommano a 15 dipendenti in mobilità. Lo leggo da un articolo di primopiano notizie del 4 agosto 2011, cioè di oggi. Sì, avete letto bene: mentre tenta di chiudere in sordina una sede, la Solfer promette (a chiacchiere, ovviamente) di riassorbire i dipendenti proprio laddove ne sta falcidiando di altri. Insomma, in estate alla Solfer è tempo di saldi. Per i propri bilanci, ovviamente. Ma c'è la crisi, bisogna alleggerire i costi di produzione, leggi licenziare. Allora perchè la Solfer, dopo aver licenziato ben 34 persone a gennaio 2011 nella sede di Umbertide, ha mandato in trasferta per 5 mesi alcuni lavoratori da Lanciano per sopperire a un "temporaneo" sovraccarico di commesse? Perchè licenzia a Umbertide e contemporaneamente fa credere agli operai lancianesi che in Umbria ci sia posto anche per loro?
Insomma, mi piacerebbe sapere come stanno veramente le cose alla Solfer, ma almeno un punto mi è chiaro: ormai con la parola magica "crisi" si è finito per giustificare tutto, anche la mancanza di rispetto dei diritti più elementari e della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici.
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