22/05/12

Dalla mafia al mostro

 


Posted by PicasaFalliti miseramente, almeno per il momento, i tentativi tortuosi di collegare la strage di Brindisi alla mafia o di spiegare l'accaduto con teorie complottiste, adesso è caccia al mostro. Si continua a brancolare nel vuoto e, nell'assenza totale, o quasi, di ogni strumento di analisi capace di ipotizzare una risposta sensata, non rimane che esorcizzare l'orrore e la paura con il solito vecchio escamotage della ricerca del capro espiatorio. Pharmacòs lo chiamavano i Greci, il farmaco su cui abbatteva il delirio collettivo, su cui si scatenava ogni morbosità e ogni tendenza distruttiva, purificando la polis dal male.
Non siamo andat* molto avanti dai secoli bui del medioevo ellenico ad oggi, il capro espiatorio è sempre lì, pronto all'uso, a evitare di scavare troppo in fondo nella coscienza di ognun* di noi. Di quali paure deve farsi carico il pharmacòs? Da quali angosce deve liberarci, oggi?
Niente, non c'è verso di fare un'analisi ampia, articolata e rigorosa, in questo Paese. Fa troppo paura, è troppo scomodo tentare di ragionare e di capire seriamente quanto c'è di mostruoso in noi, quanto abbiamo in comune con il mostro del momento, quanto alimentiamo quotidianiamente quella spirale della violenza che poi esplode in momenti culminanti come è accaduto a Brindisi, a Oslo, a Beslan, a Montreal. La via più semplice è quella della caccia al mostro, del pianto e del cordoglio nazionale e poi, sepolte le vittime, dell'oblio. Alla prossima si ricomincia tutto da capo, l'eterno ritorno dell'identico. Non si tratta forse, ogni volta, di un caso isolato?
Per una rassegna stampa (e una minima riflessione) sulla caccia al mostro di ieri, rimando a Lipperatura

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