
Non siamo andat* molto avanti dai secoli bui del medioevo ellenico ad oggi, il capro espiatorio è sempre lì, pronto all'uso, a evitare di scavare troppo in fondo nella coscienza di ognun* di noi. Di quali paure deve farsi carico il pharmacòs? Da quali angosce deve liberarci, oggi?
Niente, non c'è verso di fare un'analisi ampia, articolata e rigorosa, in questo Paese. Fa troppo paura, è troppo scomodo tentare di ragionare e di capire seriamente quanto c'è di mostruoso in noi, quanto abbiamo in comune con il mostro del momento, quanto alimentiamo quotidianiamente quella spirale della violenza che poi esplode in momenti culminanti come è accaduto a Brindisi, a Oslo, a Beslan, a Montreal. La via più semplice è quella della caccia al mostro, del pianto e del cordoglio nazionale e poi, sepolte le vittime, dell'oblio. Alla prossima si ricomincia tutto da capo, l'eterno ritorno dell'identico. Non si tratta forse, ogni volta, di un caso isolato?
Per una rassegna stampa (e una minima riflessione) sulla caccia al mostro di ieri, rimando a Lipperatura
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