20/11/11

Venti di cambiamento e odor di naftalina

Molto salutari i nuovi venti che soffiano. Peccato questo maledetto odore di naftalina!

Le parole di Mafalda sembrano tagliate su misura per questo governo Monti di tecnocrati apparentemente nuovi alla politica, che dovrebbero scongiurare il rischio default e risollevare questo malconcio paese, messo in ginocchio da un impresentabile neoliberismo, praticato a destra come a sinistra, e dalle mirabolanti magie della finanza creativa.
Dicevo tecnocratici apparentemente nuovi: un po' perchè, data la loro veneranda età media, pare abbastanza fuori luogo collegarli all'idea di nuovo; un po' perchè dai loro curricula è chiaro un po' a tutti che sono espressione di poteri forti, Vaticano e finanza, che di nuovo non hanno proprio nulla. La stampa, anche quella pseudo-illuminata come Repubblica, ce li vuole far piacere a forza.  Ma, oltre alla maladetta puzza di naftalina che questo governo emana, ci sono diversi elementi che proprio non mi convincono. 
 Guardando alla composizione per sesso qualche ingenua ha avuto il coraggio di esultare: Wow, tre donne nei cosiddetti ministeri forti! Questa sì che è una novità!
Ma chi sono le neoministre? Qui le biografie di Paola Severino, ministra della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, ministra degli Interni e Elsa Fornero, ministra del Lavoro e del Welfare. A parte la veneranda età, che oscilla dai 63 ai 67 anni, le accomunano un intenso legame con il mondo cattolico (la Fornero è tra l'altro nel consiglio di amministrazione di una potente lobby cattolica, Magna carta), l'orientamento spiccatamente di destra e dunque la vicinanza al Pdl, il continuo ed esasperato richiamo al rigore nell'esercizio dei loro incarichi. Tant'è che Anna Maria Cancellieri si fregia del titolo di Lady di ferro, che fa tanto Thatcher.
Cosa c'è di nuovo sotto questo sole? Io una novità la vedo ed è l'eclissi del ministero delle pari opportunità, accorpato con quello del lavoro e del welfare. Scelta sintomatica, a mio avviso, che non può che darci un'idea di quanto conteranno le questioni di genere per questo nuovo governo: niente.
Allora, perchè dovrei rallegrarmi di un governo tutto finanza e vaticano, voluto dalle banche unicamente per imporre quelle misure neoliberiste di tagli e macelleria sociale che il miserabile e incompetente governo Berlusconi non è riuscito ad attuare? Dove sarebbe la differenza tra un ministro e una ministra se quest'ultima gareggia con i suoi colleghi quanto a capacità di tagliare sul welfare, soddisfare gli interessi delle banche e reprimere  ogni moto di protesta, come è accaduto proprio in questi giorni?
Personalmente, non vedo nessun segnale di buon auspicio che possa rallegrarmi, sotto nessun fronte. E inizierò a credere che qualcosa stia cambiando quando vedrò un governo in cui non solo la rappresentanza delle donne sarà paritaria, ma quando noi potremmo essere davvero soggette attive e capaci di muovere le decisioni politiche in una direzione altra rispetto a quel turbocapitalismo che ci ha avviati a un default contro il quale cerca disperatamente di lottare questo manipolo di dinosauri, proteso alla tutela degli interessi degli alti ranghi cui appartengono, facendone pagare il conto alla collettività.

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